La monticazione in Alto Adige: l'estate delle mucche

Quando le mucche vengono portate in montagna

D'estate, in Alto Adige, durante le tipiche escursioni, è normale incontrare le regine della montagna, le mucche che ruminano tranquille al fresco in paradisi d’alta quota. All’inizio della primavera infatti, quando la neve inizia a sciogliersi ed i prati a colorarsi di verde brillante, i pastori preparano il pascolo alla monticazione, che letteralmente significa “trasferire le mandrie dalla pianura all’alpeggio”. In questa fase, i pastori sono molto attenti nello scegliere la zona ideale per le proprie mucche. Non manca mai la passione per il lavoro e il rispetto per gli animali che forniranno durante la stagione il prelibato latte di montagna, da cui nasceranno il formaggio  e altri prodotti fondamentali della cucina altoatesina e non solo.

I benefici dell’alta montagna

Oltre che per sfuggire al caldo, ci sono altri motivi per la quale i pastori preferiscono trasferire i propri animali in alta quota. Alta montagna significa aria pulita e alimentazione sana. Un maggiore valore nutritivo per gli animali si rifletterà poi sulla bontà e sulla salute dei prodotti che deriveranno dall’alpeggio. Si sa inoltre, che l’alimentazione sana va a braccetto con l’attività fisica. Anche in questo senso, i pascoli d’alta montagna portano molti vantaggi al bestiame a cui vengono garantiti ampi spazi in cui muoversi liberamente. Questo porta allo sviluppo di un forte muscolatura, l’aumento dell’attività circolatoria e respiratoria ed il miglioramento della capacità polmonare dovuta alla rarefazione dell’aria. Gli animali che vivono in alta montagna sono anche più belli! Respirare aria sana, bere acqua pura di sorgente e mangiare erba fresca porta visibili benefici alla cute e al pelo.

Non c’è alpeggio, senza malgaro!

Figura essenziale per la monticazione e l'alpeggio, il malgaro è il miglior amico del bestiame. Sarà lui assieme ai pastori a prendersene cura durante tutto l’anno. Accompagnare le mandrie al pascolo era considerato in passato un’attività “eroica” e solitaria, portata avanti dai malgari accompagnati dalle proprie famiglie e dai pastori. Nella stagione degli alpeggi infatti, vivevano spesso isolati e lontani dal contatto con altre persone. Oggi come allora, nella stagione estiva, la malga è ancora la loro dimora e il lavoro è sempre duro e faticoso. Nonostante gli spettacoli che la natura regala ogni giorno, lavorare in malga non è un gioco da ragazzi: è necessaria tanta dedizione, pazienza e soprattutto passione. In questo lavoro infatti, non è l'orologio a dettare i ritmi di lavoro ma sono loro, le mucche, a decidere gli eventi della giornata. Non esistono giorni di festa, non importa se c’è il sole o se piove, il malgaro si sveglia alle prime luci dell’alba per andare a riunire gli animali. Durante la giornata non mancano i controlli sanitari per prevenire malattie o per verificare che siano in salute. E poi la mungitura, la parte più delicata ed importante dell’alpeggio.

Anche in Alto Adige, passeggiando in montagna, puoi incontrare il malgaro che solitamente indossa il tipico grembiule blu e, nelle giornate più fresche, il cappello grigio di lana cotta.

Ed è poi così che, riposandoti in uno dei tanti rifugi altoatesini, gustandoti un tagliere di formaggi, una panna cotta o un semplice ma buonissimo yogurt con i frutti di bosco, riuscirai a sentire il sapore della genuinità e della passione che ogni giorno, malgari e pastori, mettono per garantire materie prime fresche e di alta qualità.

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